Il territorio...
Nome Abitanti: Monterodunesi
Sindaco Attuale: Sindaco (Nicola Altobelli)
Densità: 61,99 abitanti/km²
Altezza s.l.m.: 447
Latitudine: 41° 31' 27''
Longitudine: 14° 10' 36''
Superficie: 37,02 Kmq.
Codice Catastale: F601
Codice Istat: 094030
Prefisso: 0865
Cap: 86075
Nazione: Italia
Regione: Molise
Provincia: Isernia (IS)
Zona: Italia Meridionale
Patrono: S. Michele Arcangelo 29 settembre
Pericolosità sismica: zona 1 (alta): PGA ³ 0,25g
Class.Climatica: zona D, 1903 GG
Città dell'Olio: 17 setembre 2022 consegna della bandiera
Lo stemma attuale del Paese
Nell'antichità il paese si estendeva all'interno delle mura di cinta,
mentre attualmente si è diffuso su tutto il territorio.
Lo stemma è formato da tre monti con sopra una stella.
Luglio 2023: popolazione fine periodo - 2077
Dicembre 2022: popolazione fine periodo - 2023
Dicembre 2021: popolazione fine periodo - 2018
Dicembre 2020: popolazione fine periodo - 2067
Dicembre 2019: popolazione fine periodo - 2090
Dicembre 2018: popolazione fine periodo - 2118
Dicembre 2017: popolazione fine periodo - 2135
Dicembre 2016: popolazione fine periodo - 2183
Dicembre 2015: popolazione fine periodo - 2264
Dicembre 2014: popolazione fine periodo - 2206
Dicembre 2013: popolazione fine periodo - 2204
Dicembre 2012: popolazione fine periodo - 2206
Dicembre 2011: popolazione fine periodo - 2293
Dicembre 2010: popolazione fine periodo - 2319
Origini di Monteroduni
Monteroduni si estende su un territorio di circa 3700 ettari e il centro abitato sorge a 450 metri sul livello del mare. La denominazione trova origine dal nome del signore longobardo, vassallo del conte Landolfo di Isernia, che “incastellò” il colle intorno all’anno Mille. Il toponimo monte Rodoni compare per la prima volta in un documento del 1105 conservato nell’Archivio dell’Abbazia di Montecassino.
Il territorio di Monteroduni ha avuto una intensa e significativa frequentazione dell’uomo fin dalle epoche più remote, grazie a due favorevoli fattori. Il primo è la particolare collocazione geografica, che è tale da rappresentare la naturale cerniera fra il Lazio e la Campania da una parte e il Molise e l’Abruzzo dall’altra, e perciò è da sempre un obbligato luogo di transito per gli spostamenti fra tali regioni. Il secondo è la ricchezza d’acqua e quindi la sua fertilità, dato che esso è significativamente segnato dal corso dell’importante fiume Volturno e degli affluenti Vandra e Lorda, oltre che da numerose sorgenti e corsi d’acqua secondari. È un territorio ricco di storia, oltre che di bellezze naturali, e tanti sono i resti e i segni del passato che ancora sono presenti e oggi consentono, grazie a quanto finora fatto dalla ricerca archeologica, di ricostruire il quadro degli insediamenti umani via via succedutesi nel corso dei secoli, a partire dall’età acheuleana (circa 400 mila anni a.C.), come testimoniato dai sue bellissimi bifacciali ritrovati in località Guado S. Nicola e oggi conservati presso il Museo Paleolitico di Isernia.
Il primo insediamento abitativo conosciuto era sito nella contrada oggi chiamata 'Paradiso' e autorevoli studiosi lo fanno coincidere con la statio di Ad Rotas, così indicata nella Tabula Peutingeriana, un’antica carta scoperta nel 1503 che riporta gli itinerari della Roma imperiale.
Con ogni probabilità il territorio di Monteroduni fu interessato dalle guerre tra Romani e Sanniti perché la posizione strategica, vicinissima al Matese, ne faceva un punto di passaggio per l‘ingresso degli eserciti nel Sannio Pentro. Sotto l'impero romano, e precisamente sotto Augusto, la parte di territorio a sud del Volturno fu iscritta nella tribù Teretina mentre la parte a Nord, e quindi il vicus (villaggio) di Ad Rotas, alla tribù Tromentina. Il nuovo assetto territoriale portò migliorie anche nella viabilità con la costruzione della strada che collegava gli importanti municipi romani di Venafro e Isernia a Boiano. Nel 456 il villaggio di località Paradiso fu preda dei vandali che marciavano verso Isernia, e nell’881 dei Saraceni che distrussero la vicinissima Abbazia di S. Vincenzo al Volturno.
Nel corso degli anni e fino al XIX sec. la storia di Monteroduni fu legata alle sorti, favorevoli e non, dei feudatari che tenevano il castello. Monteroduni fu un feudo di notevole importanza e, alternativamente, passò dalla corona alle più importanti famiglie del Regno tra cui i D’Evoli, l Caetani, i D’Afflitto e dal 1668 ai Principi Pignatelli della Leonessa, che lo hanno trasformato in una lussuosa residenza.
Stefano Biello
info: ing.stefanobiello@gmail.it
Opere pubbliche: Acquedotto, prima illuminazione, primi uffici e prime vie di comunicazione.
Nel 1193 il paese fu distrutto e rimase senza acqua per circa 800 anni e diverse abitazioni avevano pozzi e cisterne, alimentati dall'acqua piovana che veniva usata solo per le faccende domestiche, mentre per dissetarsi ci si riforniva a diverse sorgenti naturali tutt'ora esistenti (Capotrio, S. Nazzaro, La Fontana etc….). Il primo vero ed attuale acquedotto di Monteroduni venne progettato nel 1934, iniziato il 18 marzo 1935, collaudato il 12 aprile 1938 e perfettamente funzionante dal 14 settembre 1938.
Notizie certe rivelano che Monteroduni è stato il primo paese ad avere l'illuminazione. Infatti il 20 novembre 1883 il paese beneficiò del primo impianto a petrolio, e il 28 ottobre 1913 fu inaugurata la pubblica illuminazione ad energia elettrica fornita dalla centrale sita i contrada S. Nazzaro, di proprietà del principe Pignatelli, usufruendo delle acque dello stesso lago.
Venne istituito nel 1881 il primo ufficio postale a Monteroduni, mentre nel 1899 fu istituito anche un ufficio telegrafico.
La linea ferroviaria Caianello-Campobasso, comprendente anche Monteroduni e Macchia d'Isernia, fu inaugurata il 21 marzo 1894 con stazione a Spinete. In seguito venne distrutta durante la II guerra mondiale e ripristinata nel 1950 con la stazione attuale.