Chiesa di S. Michele Arcangelo
Non possediamo notizie storiche riguardanti la costruzione della chiesa, sappiamo soltanto della sua esistenza fino al 1882 anno in cui fu distrutta dal terremoto. Dall'archivio storico diocesano, del 1703, risultano i fatti che ci aggiungiamo ad elencare. La chiesa è posta sul punto più alto del paese, orientata con l'altare maggiore a nord e la porta maggiore rivolta ad occidente che affaccia su largo S. Angelo.
Ad essa si accedeva per una scaletta ottagonale di pietra lavorata di sei gradini che terminava con un ballatoio sempre di pietra lavorata. La cupola sviluppava in altezza per circa 7,50 metri e in larghezza per 3,75metri. La chiesa era alta circa 7,50 metri, larga 10 metri e lunga 33 metri e mezzo.
Era divisa in tre navate delimitate da sei pilastri, e erano presenti nove altari tra cui quello maggiore di S. Michele (tutt'ora presente e funzionante). Sotto la cupola c'era il battistero con la vasca divisa in due parti (una per conservare l'acqua battesimale e l'altra serviva come sacrario). Il campanile era alta circa 17,50 metri ed era dotato di tre campane. Il 6 giugno del 1882 un violento terremoto danneggiò gran parte di Monteroduni e colpì anche la Chiesa Madre subito chiusa al popolo, che per i vari riti religiosi, si vide costretto a recarsi nella Parrocchia di S. Biagio.
Trattandosi della Chiesa Madre, in tempi brevi fu progettato il nuovo edificio che non soddisfò il popolo. Così il 1° maggio 1888 venne presentato un nuovo progetto diviso in tre parti: la prima comprendeva l'abbattimento della vecchia chiesa, la seconda parte riguardava la muratura nuova da erigere, il tetto e il primo piano del campanile; la terza parte riguardava tutte le restanti opere: stucco ed intonaco interno ed esterno, ed il completamento del campanile. Il tutto per una spesa di L. 37.000.
Venne formata una commissione per raccogliere fondi, formata dal parroco, sindaco e diversi nobili del paese. Per alcuni anni i lavori andarono avanti, poi su fermarono per la mancata disponibilità economica. Per quattro anni e mezzo i lavori rimasero bloccati fino al 17 maggio 1895, quando grazie al sindaco Nicola Scarduzio, che, con una delibera del consiglio comunale, diede il via ai lavori per eseguire il secondo progetto, autotassando il popolo per avere i finanziamenti e non aspettare i contributi che lo Stato aveva promesso.
Il preventivo del terzo progetto, conteneva diversi imprevisti: infatti si constatò che si doveva demolire i restanti due terzi dell'edificio che ancora erano rimasti in piedi, ed il vecchio campanile alto circa 18 metri e pericolo incombente per la popolazione. Inizialmente si abbandonò l'idea di abbassare il pavimento della chiesa al livello della piazza S. Angelo; in seguito si rese necessario rifare tutte le fondamenta delle mura perimetrali e la parete che affacciava sulla piazza.
La costruzione attraversò momenti difficili e fu necessario un ulteriore aumento delle spese per diversi motivi: scavi più profondi; abbattimento dei muri perimetrali giudicati troppo deboli; innalzamento di circa 1, 5 metri e accrescimento dello spessore di tutte le mura della chiesa. Il 31 dicembre 1889 il primo lotto dei lavori era terminato, compresi i due portoni d'ingresso con il ripristino delle cornici in pietra da taglio, i due finestroni a croce e gli archi a mattoni delle vetrate gotiche, venne completato il rustico in quanto vennero stanziati L.9175 per la prosecuzione dei lavori, e fu portata all'altezza progettuale le mura perimetrali su cui fu posto il tetto.
Nel 1900 fu completato il campanile a bugnati (rivestito da pietre sporgenti con superficie liscia) fino al piano delle campane. Senza attendere la fine dei lavori, la chiesa riprese a funzionare e il popolo vi si riversare per i riti religiosi incuranti del mancato completamento della struttura. Nel 1904 iniziarono i lavori alle campane che inizialmente erano tre fabbricate dall'antica ditta Marinelli di Agnone: una era lesionata e per non fonderla venne portata all'asilo infantile parrocchiale dove tutt'ora è custodita; mentre delle due restanti, solo una venne issata sul campanile, mentre l'altra rimase a terra per rifonderla, a spese della popolazione, per renderla più grande.
Successivamente la popolazione aggiunse una quarta campana di notevoli proporzioni, che prese il nome di 'campana maggiore o campanone'. Nel 1921 venne costruita una scala circolare di pietra lavorata davanti al portone di piazza S. Angelo. Nel 1925-26 il sacerdote del tempo fece un appello alla popolazione per il completamento della chiesa.
Con il denaro raccolto vennero completati i restanti lavori grazie anche all'intervento di artisti monterodunesi. Nel 1955 vennero realizzati altri lavori di rifinitura: dal sotterraneo della chiesa venne ricavata una sala con capienza di circa 500 persone; fu collocato in chiesa il pavimento in marmo con tasselli neri, e si realizzò una sopraelevazione del settore del coro, in cui in mezzo fu sistemato l'Altare del Ss.mo Sacramento ed una sacrestia al piano della sala sottostante. Dagli anni'80 fino ai giorno nostri la chiesa ha avuto bisogno di piccoli ritocchi: consolidamento della struttura e tinteggiatura e ricollocamento del fonte battesimale al posto della grotta di S. Michele.
Rubata e ritrovata la statua di San Michele Arcangelo
Venerdì 29 settembre 2017, alle ore 17:30, in piazza Municipio, in occasione della ricorrenza del Santo Patrono di Monteroduni, alla presenza dell’intera cittadinanza, del Vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, del Sindaco e di altre Autorità civili ed ecclesiastiche, i Carabinieri, hanno restituito la statua di San Michele Arcangelo, che fu rubata dalla chiesa di San Michele nel gennaio 2016. La scultura, risalente presumibilmente ad un’epoca collocabile tra il 1300 ed il 1500, è stata recuperata dai Carabinieri nel corso di una vasta operazione su scala internazionale finalizzata alla tutela del patrimonio culturale, L'operazione è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Isernia Dr. Paolo Albano.